Che succede a Cipro?

Fu cosi che il fine settimana scorso Governo Cipriota e Troika ( Commissione Europea, BCE e Fondo Monetario)  avevano partorito la soluzione al problema Cipro: una tassa sui depositi.

L’idea era quella di una tassa patrimoniale  (anche se con aliquote diverse) su  tutti i conti correnti, sia dei residenti che dei non residenti anche quelli sotto ai 100.000€, un prelievo che oscilla dal 6.75% al 9,9% (min 6.750€ ogni 100.000€ di risparmi).

Cipro è un paese che pesa nulla sul PIL dell’ Unione Europea, ha poco debito ma ha un settore finanziario enorme  (di fatto un paradiso fiscale)  con soldi talvolta anche di indubbia provenienza.

Questo a mio avviso è cosa di notevole gravità, viene meno la fiducia dei risparmiatori e dei depositanti  rispetto a chi ci governa in momento già  di crisi, si crea un precedente importante e tutti ci aspettiamo che in caso di assoluta necessità i soldi possono essere prelevati dai conti correnti detenuti presso le banche, fino ad oggi si è sempre pensato che i depositi di conto corrente bancario fossero sempre tutelati fino almeno ai 100.000€.

Poi il Governo di Cipro non ha approvato il prelievo forzoso sui depositi ed ha deciso di creare un fondo di solidarietà ed eravamo al 21 marzo.

Ora si parla di piano B e di una tassa del 15% sui deposito bancari oltre i 100.000€

I ministri finanziari dell’Eurogruppo sono riuniti a Bruxelles per discutere di questa emergenza.

Cipro deve approvare in un modo o nell’altro il piano da 5,8 miliardi di euro necessari a sbloccare finanziamenti internazionali per 10 miliardi.

Col piano B sembra che i depositi fino a 100mila euro vengono tutelati, sembra che vengano tassati in modo più duro i depositi superiori ai 100.000€, ma soprattutto è confermato che vengono coinvolti nella ristrutturazione sia gli azionisti che gli obbligazionisti delle banche

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