La Società semplice: un caso concreto
Cari amici, oggi voglio raccontarvi un caso che mi è capitato e che ha trovato la sua naturale soluzione nell’ utilizzo della SOCIETA’ SEMPLICE
Un mio cliente, il signor Giuseppe, ha oltre ottanta anni, è sposato, ha due figli Mario e Maria, entrambi sposati con figli ciascuno.
Il Signor Giuseppe vive in una villa in campagna e nel suo giardino ospita delle statue in bronzo illuminate da fari, che ne riflettono l’ombra sulle pareti bianche della sua abitazione. Il particolare non è secondario. Ricordatelo perché compariranno nuovamente nella spiegazione della soluzione.
Giuseppe è in procinto di acquistare una ampia villa liberty; la destinazione è quella di metterla a reddito tramite locazione.
È nel contempo in trattativa avanzata per l’acquisto di una bifamigliare a Cortina.
Non ha problemi di reddito sia per sé che la moglie.
Da qualche mese ho proposto una Società Semplice, destinata a contenere e tramandare il tesoretto di famiglia .
Il progetto si sviluppa come segue:
- Costituzione mediante atto notarile, con apporto di un capitale iniziale minimo da parte dei seguenti soci:
Giuseppe e moglie, usufruttuari con accrescimento, del
50% cadauno quote sociali.
- Mario e Maria, i figli, nudo proprietari del 50% cadauno delle quote sociali.
- Amministrazione disgiunta e rappresentanza a Giuseppe e moglie.
- Costo del notaio: il compenso per la costituzione di una società di persone (2.000 euro?).
Di seguito Giuseppe e la moglie eseguono a favore della Società Semplice un finanziamento soci, formalizzato come richiesto dal fisco, cospicuo, destinato a far fronte ad entrambi gli investimenti.
Costo dell’operazione finanziamento: zero.
Acquisto degli immobili avviene da parte della Società Semplice:
IMPOSTE INDIRETTE: paragonando all’acquisto di una seconda casa eseguito dalle persone fisiche, risulta leggermente svantaggiosa ma non tale da precludere la corretta riuscita dell’operazione in termini di raggiungimento degli obbiettivi.
I redditi ai fini delle IMPOSTE DIRETTE dalla Società Semplice: per ora tutti redditi da fabbricati.
Mantengono in capo ai due soci usufruttuari la identica qualifica, ma quel che conta, l’identico imponibile sulle dichiarazioni dei redditi di ognuno di loro.
In vita Giuseppe e la moglie potranno non solo percepire il reddito dagli investimenti effettuati, ma potranno mantenere il controllo, caratteristica che nel nostro caso viene vista come secondaria in considerazione del fatto che Mario e Maria non mostrano segno di disaccordi, ma che può mostrare la sua utilità magari a fronte della prematura morte di uno di loro, (presenza di coniugi), Mario o Maria, soprattutto in termini di responsabilità personale.
E le statue d’autore? Ricordate?
A Giuseppe non me ne ha ancora parlato, ma non dovrebbe presentare difficoltà tecniche particolari, se disidera inserire anche questo patrimonio all’interno del tesoretto della Società Semplice.
La normativa sulle opere d’arte per quanto attiene le imposte dirette a carico della persona fisica, non imprenditore, che le trasferisce, non le considera imponibili, in quanto Giuseppe fiscalmente riveste la figura di un semplice collezionista.
Se Giuseppe, pertanto, le conferisce nella Società Semplice, il passaggio da lui alla Società Semplice comporta il pagamento di imposta di registro fissa di euro 200.
Non trascurate il fatto che in tal modo può anche adeguarne il valore al valore di mercato!
In futuro non si sa se il Fisco muterà orientamento rispetto all’attuale, e la Società Semplice voglia / debba venderle a terzi: in tal caso la differenza imponibile potrebbe essere minima o nulla.
Nulla vieta che sia la Società Semplice che compra le statue da Giuseppe.
Magari con i denari delle locazioni ne compra una all’anno. In tal modo i soldi vanno ai due anziani senza pagare imposte dirette! Lo possiamo fare!
In futuro, i due anziani avranno bisogno di risorse finanziarie?
La Società Semplice potrà vendere, ad esempio, una o più statue, creando la liquidità con la quale restituire il vecchio finanziamento ai soci.
Sempre: ZERO IMPOSTE Dirette
Ribadisco: Le regole valide ai fini imposte dirette per le persone fisiche valgono anche per la Società Semplice, che pertanto cedendo le statue non crea imponibile fiscale.
Se poi si volesse vendere gli immobili dopo cinque anni, non ci sarebbe plusvalenza tassabile, proprio come la persona fisica.
Cosa rimane di importante da fare che tutti e quattro i protagonisti di questa storia, papà mamma e i due figli, vogliono? La più importante e irrisolta?
Che il patrimonio passato in mano a Mario e Maria, nel caso di morte dei genitori, in quanto divenuti soci detentori delle quote sociali della Società Semplice passi automaticamente ai nipoti se lo vorranno.
GIUSTO? Allora vi pongo un quesito.
Ma allora se questo è vero:
come fa Giuseppe, avendo già previsto in atto soci nudoproprietari i figli Mario e Maria, a prevedere che il tesoretto sia destinato anche ai suoi nipotini una volta deceduti anche i loro genitori?
Serve trovare la via perché questo accada: e cioè deve essere data la possibilità ai nipoti, una volta arrivato il loro turno, di diventare loro stessi soci della Società Semplice, se lo vorranno.
Bella storia.
Dott. Silvano Maggio
Titolare Studio Maggio
Tratto da: https://ancp.eu/2021/09/10/la-societa-semplice-un-caso-concreto/